I Giorni del Potere by Colleen McCullough

I Giorni del Potere by Colleen McCullough

autore:Colleen McCullough [McCullough, Colleen]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:36:34+00:00


magari, esperienza. Ha invece scambiato la nostra scarsa importanza, la nostra carenza di ascendente, come un messaggio, da parte del Senato, che l’appoggiava nella sua presa di posizione contro Gneo Mallio Massimo. E aveva tutto il diritto di pensarlo, Padri Coscritti! Se, infatti, voi aveste davvero avuto l’intenzione di far sì che Quinto Servilio si uniformasse alla legge sottomettendosi al console in carica, avreste infarcito la delegazione di consolari! Ma non l’avete fatto. Avete deliberatamente inviato cinque senatori di second’ordine e un ex pretore a trattare con uno dei più intransigenti classisti del Senato, o illustri membri di questa assemblea!

Neppure una testa si sollevò; sempre più numerose erano quelle velate dalle pieghe della toga. Scauro, Princeps Senatus, però, continuò a starsene seduto con le spalle erette, senza mai staccare gli occhi ardenti dal volto di Cotta.

— La spaccatura tra Quinto Servilio Cepione e Gneo Mallio Massimo ha impedito l’amalgama delle nostre forze. Anziché un solo esercito a ranghi serrati comprendente non meno di diciassette legioni e oltre cinquemila cavalleggeri, Roma ha schierato due eserciti, distanti trenta chilometri l’uno dall’altro, col meno cospicuo dei due più vicino all’avanzata germanica, e il contingente di cavalleria separato da entrambi. Quinto Servilio Cepione in persona mi ha detto che non intendeva condividere il trionfo con Gneo Mallio Massimo, e per questo aveva volutamente attestato il suo esercito troppo a nord di quello di Gneo Mallio per consentirgli di prender parte alla sua battaglia.

Cotta tirò un respiro raschiante che suonò così forte nel silenzio da far sobbalzare Rutilio Rufo. Non Scauro, però. Accanto a Scauro, Metello Numidico sollevò piano la testa dalle pieghe della toga, si raddrizzò, mostrando un volto impassibile.

— Persino a prescindere dalla disastrosa spaccatura tra loro, la verità è, Padri Coscritti, che né Quinto Servilio né Gneo Mallio possedevano doti militari tali da riportare la vittoria contro i Germani! Dei due comandanti, tuttavia, è su Quinto Servilio che ricade gran parte della colpa. Non solo, infatti, era un generale mediocre, al pari di Gneo Mallio, ma si è anche preso gioco della legge. Si è posto al di sopra della legge, ha giudicato la legge alla stregua di un espediente per poveri mortali meno importanti di lui! Per un vero romano, Marco Emilio Scauro, Princeps Senatus, 380

— fece, rivolto al capo dell’assemblea, che non batté ciglio — la legge è sovrana, un vero romano sa che secondo la legge non esiste alcuna reale distinzione sociale, soltanto un sistema di freni ed equilibri che abbiamo deliberatamente concepito per far sì che nessuno possa considerarsi al di sopra dei suoi pari. Quinto Servilio Cepione si è comportato come il Primo a Roma. Ma secondo la legge non può esistere un Primo a Roma! Così io vi dico che Quinto Servilio ha infranto la legge, laddove Gneo Mallio si è semplicemente rivelato un comandante di scarse capacità.

— L’immobilità e il silenzio proseguirono; Cotta sospirò. — Arausio è un disastro peggiore di Canne, colleghi senatori. Il fior fiore dei nostri uomini vi è perito. Lo so, perché io c’ero.



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